The ‘Land of Nineveh
Archaeological Project’ (LoNAP), initiated in 2012 by the Italian
Archaeological Mission to Assyria of the University of Udine,
directed by Prof. Daniele Morandi Bonacossi, aims to reconstruct the
formation and transformation of the cultural and natural landscapes
of this central region of Northern Mesopotamia and to provide for
their protection and management in innovative ways.
The research is based on a
regional archaeological field survey, combined with the
archaeological excavation of the site of Tell Gomel which will
begin in the forthcoming field season, and a
geo- and bio-archaeological reconstruction of the ancient natural
landscape and its evolution as a result of global climatic
fluctuations and human impact.
The region studied by the
project encompasses more than 2900 km2 and consists of the area
delimited by the plain of Dohuk and the Northern Iraqi foothills to
the north, the lake formed by the Eski Mosul Dam to the west, the
plain extending to the Jebel Maqloub and the Bardarash region to the
south and the River Al-Khazir to the east.
This region, which has never
been the object of systematic and interdisciplinary exploration, with
the only notable exception of the rescue excavations conducted in the
Upper Iraqi Tigris Valley between 1981 and
1986 during the construction of the Eski Mosul Dam, has played
a key role in the cultural dynamics that have affected Northern
Mesopotamia from prehistoric times until the Islamic
ages and was crossed by the important overland trade route linking
the Iranian plateau with the Upper Tigris, the Khabur and Euphrates
Valleys and the Northern Levant. The Iraqi Upper Tigris Basin also
played a strategic role in commercial and military transit, since it
controlled access to the highland regions rich in resources
(obsidian, copper, timber and also horses during the Iron
Age) of the Turkish Upper Tigris and connected them to the core area
of Mesopotamian Civilization.
Land of Nineveh
Archaeological Project location in relation to the other
Regional Surveys
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Nel 2012 la Missione
Archeologica Italiana in Assiria dell’Universita di Udine (MAIA) ha
iniziato uno studio interdisciplinare nella regione dell’alto Tigri
iracheno chiamato ‘Progetto Archeologico Regionale Terra di
Ninive’.
PARTeN rappresenta il primo
progetto d’indagine archeologica nel cuore dell’Assiria che si
pone l’ambizioso obiettivo di ricostruire la formazione e
trasformazione del paesaggio culturale e naturale di
quest’importantissima regione della Mesopotamia settentrionale
dalla preistoria all’epoca islamica e di garantirne tutela e
gestione con mezzi innovativi.
Al centro del progetto è,
in particolare, il I millennio a.C., epoca in cui la regione
rappresentava il cuore dell’impero assiro. Pochissimo si sa,
infatti, dell’entroterra di Ninive e dei modelli d’insediamento e
uso del territorio in questa regione cosi importante per il
sostentamento della capitale imperiale.
La ricerca si basa su una
ricognizione geo-archeologica di superficie regionale combinata con
lo scavo archeologico del sito di Tell Gomel, e integrata dallo scavo
di alcune trincee esplorative in alcuni siti preistorici
accuratamente selezionati.
La regione interessata da
questo progetto di archeologia dei paesaggi è costituita dal vasto
territorio (quasi 3000 kmq) delimitato dalla piana di Dohuk e dalla
zona pedemontana dello Zagros a nord, dal lago formato dalla diga di
Eski Mosul a ovest, dalla pianura che si estende fino allo Jebel
Maqloub e alla fertile regione di Bardarash verso sud e dal fiume
Al-Khazir con i suoi affluenti a est. Questa regione, che non e mai
stata oggetto di una ricognizione sistematica e interdisciplinare,
svolse un ruolo chiave nelle dinamiche culturali che interessarono la
Mesopotamia settentrionale tra la preistoria e l’eta islamica. Il
bacino dell’alto tigri iracheno giocò, infatti, una parte
strategica nel controllo delle rotte militari e commerciali che
consentivano l’accesso alle vallate pedemontane dell’alto Tigri
turco ricche di risorse e il loro collegamento con la Mesopotamia
centrale e meridionale. La regione, inoltre, fu attraversata da
importanti rotte commerciali est-ovest, che collegavano l’altopiano
iranico con le alte valli del Tigri, del Khabur, dell’Eufrate e,
infine, con il Mediterraneo.
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